Alfio Bagalini, 58 anni, coniugato con la signora Giovanna, risiede a Fermo. Laureato in Agraria (indirizzo economico), con un Master in management e tecnologia conseguito ad Ascoli Piceno, è socio fondatore dello studio agronomico associato BCI che da oltre vent’anni è un punto di riferimento per le aziende agricole e agroalimentari marchigiane. Dal 2015 è componente, al secondo mandato, del Consiglio di indirizzo generale dell’Epap (Ente di previdenza e assistenza pluricategoriale) con sede a Roma. Dal 2022, inoltre, è presidente della cooperativa agricola San Pietro che gestisce una centrale a biogas. Dal 2023 collabora con il corso di Applicazioni di estimo presso l’Università Politecnica delle Marche. Diversi i ruoli ricoperti da Alfio Bagalini negli istituti di credito cooperativo. Nel 2004 diventa socio della BCC Banca Picena di Castignano e qui, nel 2013, viene eletto per la prima volta nel Consiglio di amministrazione. Per anni, sempre per la BCC Picena, è stato membro del Comitato di Sconto di Fermo. A seguito della fusione tra la Banca Picena e la Banca Piceno Truentina, dal 2018 è nel Consiglio d’amministrazione della BCC Banca del Piceno. Il 3 agosto 2023, com’è noto, il Cda ha eletto Alfio Bagalini presidente della stessa Banca del Piceno.
ALFIO BAGALINI
È IL NUOVO PRESIDENTE DELLA BANCA DEL PICENO
Dallo scorso 3 agosto Alfio Bagalini, agronomo, è presidente della Banca del Piceno, la più grande banca di credito cooperativo di Marche e Abruzzo, forte di oltre seimila soci (6.017 per la precisione, dato aggiornato al 30 luglio). Resterà in carica fino alla prossima primavera, quando sarà rinnovato l’intero Consiglio di amministrazione.
Bagalini, un lungo percorso il suo nelle banche di credito cooperativo. Ci ha sempre creduto…
“Credo soprattutto al territorio, mettendo al centro l’interesse dei soci nel vero rispetto della mutualità. Sono trascorsi vent’anni da quando divenni socio della Banca Picena di Castignano. Fui coinvolto da alcuni amici, anche loro soci. Me ne parlarono molto bene come di un’esperienza da fare finalizzata al benessere inteso come crescita economica del tessuto sociale e civile, un faro a beneficio della nostra comunità. Mi interessai da subito a questo mondo, garantendo impegno e partecipazione. Così nel 2013 sono stato eletto per la prima volta nel Consiglio di amministrazione. Poi c’è stata la fusione tra la Banca Picena e la Banca Piceno Truentina dalla quale, nel 2018, è nata la BCC Banca del Piceno. Dopo anni da consigliere, il 3 agosto scorso il Cda ha indicato il sottoscritto nel ruolo di presidente in sostituzione del dimissionario Mariano Cesari, che comunque resta come consigliere”.
Se l’aspettava di essere eletto presidente?
“In base ai patti parasociali relativi al progetto di fusione, nel mandato 2021-2024 il presidente è espressione della compagine ex Picena e ovviamente ero tra i papabili. Ringrazio il Cda per la fiducia. La mia storia nella BCC nasce 20 anni fa e dunque parte da lontano. Sono di Fermo, ma non ho mai considerato solo il Fermano come area di riferimento, ma ho sempre considerato la mia area di riferimento coincidente con l’area di competenza della Banca Picena prima e della Banca del Piceno oggi. E’ sempre stato così e così continuerà ad essere. Dico questo perché qualcuno, pochi per la verità, ha messo in discussione la mia appartenenza al territorio della Banca”.
Sente il peso della responsabilità?
“Lo sento eccome. Però lo vivo con serenità. Serenità data dal forte impegno di tutti, dalla solidità della governance e della macchina operativa composta da 202 dipendenti che ringrazio fin d’ora per la collaborazione. I numeri non di discutono: oltre 6.000 soci e 47.000 clienti rappresentano una fetta importante dell’economia di un territorio, a cavallo tra Marche e Abruzzo, che non può essere considerata piccola. Ecco perché sento la responsabilità. Siamo una vera banca di comunità con 28 filiali che abbracciano un’area da Civitanova Marche a Giulianova e coprono un territorio composto da 78 Comuni”.
Banca del Piceno sempre più al servizio del territorio…
“Quando nel 2017 stavamo ragionando sulla fusione tra due banche che avevano oltre un secolo di storia, si discuteva anche sul nome. Banca del Piceno ha messo tutti d’accordo, a molti piaceva anche Banca dei Piceni. Piceno e i Piceni: il territorio e la gente che lo vive. Significa che al centro non c’è soltanto un’area geografica, ma le persone. Se fossi presidente di una banca nazionale, quanti dipendenti potrei conoscere o incontrare? Invece vivendo una banca locale, la responsabilità è maggiore in quanto c’è un continuo scambio di rapporti. Oltretutto siamo un istituto di credito cooperativo, quindi la consapevolezza di essere mutualistici, nel senso di dare nel rispetto di tutti, è basilare. Essere vicini alla gente significa anche salvaguardare non solo il territorio, ma anche un patrimonio fatto di storia, tradizione, valori. Sono le persone che plasmano il territorio”.
Perché scegliere la Banca del Piceno, oggi?
“Perché la Banca del Piceno guarda avanti, avendo la piena consapevolezza della propria natura che viene dalla sua storia che non è tanto piccola. Massima attenzione alla piccola impresa, alle famiglie, all’artigianato, alle professioni, all’agricoltura. Lavoriamo tutti insieme, governance e dipendenti, per aiutare i clienti e i soci a trasformare i sogni in progetti, ma anche a realizzarli. Mi riferisco a progetti di vita, progetti di lavoro. Il nostro ruolo è questo. Sappiamo, però, che non sempre i sogni si realizzano. La realtà va affrontata. In questo contesto, diventa centrale essere accanto a chi è in difficoltà. Banca del Piceno vicina alla nostra gente: soci, clienti, dipendenti sono innanzitutto persone con una propria storia e una propria sensibilità”.
I grandi gruppi bancari nazionali arretrano, chiudendo sportelli soprattutto nei piccoli paesi. Come risponde la Banca del Piceno?
“Aggiungeremo nuovi servizi sul territorio, che non significa aprire nuovi sportelli. Parlo di servizi. Innanzitutto non lasceremo i piccoli Comuni sguarniti e laddove si presentano opportunità di mercato dovute al fatto che altri lasciano, la Banca del Piceno sarà pronta a subentrare con nuovi servizi, come postazioni bancomat, compreso il potenziamento del personale in alcune filiali chiave”.
Bagalini, come sono trascorsi i primi due mesi da presidente?
“Basilare il dialogo, con la struttura e il Cda, per affrontare i problemi di varia natura, svolgere le pratiche quotidiane e pianificare il futuro a medio e lungo periodo. Avendo maturato una lunga esperienza nel Consiglio d’amministrazione ho un preciso e puntuale quadro della situazione. Valorizzare le competenze dei dipendenti, le risorse interne, è un punto su cui punteremo molto. Per farlo bisogna fare tanta formazione. Valorizzeremo le capacità di ognuno. Stiamo lavorando anche per recuperare uno spirito di collaborazione con le consorelle. Mi riferisco alle altre BCC che operano sul territorio, con le quali occorre ragionare insieme con lo spirito paritario e collaborativo. Il confronto tra tutte le Banche di credito cooperativo permetterà di aggredire anche i segmenti più grandi, con la capogruppo Iccrea come supporto. Operando in loco, abbiamo il valore aggiunto di comprendere tutte le esigenze e le richieste del territorio”.
Ha parlato della struttura, qual è il suo messaggio ai dipendenti?
“Credo fermamente che la crescita avvenga attraverso il lavoro, l’inclusione e la collaborazione. Chi cammina da solo va veloce, ma solo chi cammina in gruppo va lontano. Ecco, questa è la giusta filosofia: lavorare in gruppo per andare lontano. Vorrei anche recuperare, laddove necessario, uno spazio relazionale fatto di ascolto e dialogo. E la motivazione non deve mai venire meno: lavorare in banca è comunque un’opportunità di crescita importante, oltre che una garanzia. A breve partiremo con un nuovo assessment, in una prima fase limitato ad alcune categorie professionali, finalizzato alla valorizzazione del personale sulla base delle singole volontà, conoscenza
e capacità. Nella consapevolezza che non viviamo in un mondo perfetto per cui non sempre sarà possibile conciliare le esigenze aziendali con i desideri e le capacità delle persone. Ma non per questo dobbiamo rinunciare a provarci fino in fondo e al meglio delle nostre possibilità”.
Presidente Bagalini, il 22 ottobre all’Hotel Casale, a Colli del Tronto, si svolgerà un evento molto importante per l’intero territorio: “Banca del Piceno day”! Al mattino la Festa del socio con la consegna degli attestati ai soci benemeriti; nel pomeriggio la consegna dei premi di studio ai migliori studenti del territorio. Per lei sarà un battesimo speciale…
“Sarà una giornata densa di emozioni, in poche ore si parlerà di passato, presente e futu
ro. La BCC Banca del Piceno, nata dalla fusione tra due istituti di credito secolari, non dimentica tutte quelle persone che hanno contribuito a costruire con impegno e lungimiranza la realtà che oggi è sotto gli occhi di tutti: con oltre seimila soci siamo la più grande Banca di credito cooperativo di Marche, Abruzzo e Molise. Un vanto per tutti. E ogni qualvolta si parla di questa Banca, pensiamo ai soci fondatori che oltre un secolo fa, partendo da pilastri basilari come cooperazione e mutualità, hanno creduto in questa grande “famiglia” che con gli anni, grazie al lavoro di tutti, si è consolidata e oggi sa correre al passo con i tempi, affrontando tutte le sfide sempre più impegnative. E poi la seconda cerimonia: i premi di studio. Grazie a questa iniziativa, la Banca del Piceno mette in vetrina la eccellenza del territorio, figli dei soci che hanno ottenuto il massimo dei voti nei rispettivi corsi di studio. Dobbiamo essere vicini ai nostri ragazzi e questa iniziativa ne è la testimonianza. Mi sia consentito di lanciare un messaggio ai giovani: credeteci sempre, seguite le vostre passioni e attitudini, costruite con impegno le vostre strade e vedrete che alla fine la vita sarà generosa”.
LA SOLIDITÀ
DELLA NOSTRA BANCA
Il commento del Vice Presidente Claudio Censori, da poco eletto nel Cda della Federazione Marchigiana delle Banche di Credito Cooperativo.
“Avere una banca solida, che produce reddito ci permette di essere al servizio del territorio per supportare lo sviluppo economico e sociale di imprese e famiglie”. Claudio Censori, commercialista con studio professionale a Centobuchi, vice presidente vicario della BCC Banca del Piceno e presidente del Comitato esecutivo della stessa, commenta così il risultato della semestrale chiusa con un utile netto di 4 milioni di euro. “Impegno e lungimiranza, dialogo continuo con soci e dipendenti, ci permettono di dare sempre maggiore peso alla Banca del Piceno – aggiunge Censori –. Tutto ciò è fondamentale per affrontare anche le fasi più dure dovute alla crisi economica e alle difficoltà di varia natura che si possono presentare. Abbiamo una missione precisa verso i soci e il territorio e la solidità della banca ci aiuta ad essere ottimisti. Solidità che si misura anche attraverso la redditività e il patrimonio, che ha raggiunto gli 85,6 milioni di euro. Il merito di questi risultati è di tutti i nostri dipendenti e dei soci, che hanno mantenuto un legame molto forte con la banca”. I numeri della semestrale, approvata dal Cda, evidenziano nuove erogazioni di prestiti alla clientela per un ammontare di 52 milioni di euro. Inoltre, la Banca del Piceno ha sostenuto la fase di ricostruzione post sisma erogando 12 milioni di euro.
Alla fine del primo semestre 2023 i crediti lordi, ovvero il totale degli impieghi, ammontano a 685 milioni di euro. “Siamo da sempre punto di riferimento delle imprese e delle famiglie – sottolinea Censori –. La raccolta complessiva ha varcato la soglia di 1,309 miliardi di euro. Senza dimenticare che per la prima volta la Banca del Piceno ha superato la soglia dei semila soci: attualmente i soci sono 6.017, residenti in un territorio che va da Giulianova a Potenza Picena, passando per le aree di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e Fermo”. Censori da sempre è impegnato in prima linea per valorizzare al meglio la Banca del Piceno. “Il legame con il territorio – spiega il vice presidente – si estrinseca anche attraverso i propri rappresentanti eletti nella governance, è ciò che caratterizza in modo specifico le Banche di credito cooperativo e non potrà essere disatteso per il futuro”.
Lo scorso venerdì 22 settembre lo stesso Claudio Censori è stato eletto nella Consiglio di amministrazione della Federazione Marchigiana delle Banche di Credito Cooperativo. Si tratta di un importante riconoscimento per la Banca del Piceno che nell’organismo regionale può far leva sull’esperienza e la provata professionalità di Censori.
FESTA DEL SOCIO
GRANDE EVENTO CON 636 PREMIATI
La kermesse si svolgerà domenica 22 ottobre al “Casale” a Colli del Tronto
Dopo 5 anni torna la Festa del Socio della Banca del Piceno. L’evento, che da tradizione si era sempre svolto con cadenza biennale, poi stravolta dell’emergenza covid, si terrà domenica 22 ottobre nella sala meeting dell’Hotel Casale a Colli del Tronto nell’ambito di un vero e proprio Banca del Piceno Day. Era il 16 dicembre 2018 quando, al PalaRiviera a San Benedetto del Tronto, si svolse l’ultima Festa del Socio, nel corso della quale furono premiati 153 soci iscritti da 25 e 50 anni. Stavolta i numeri sono di gran lunga più importanti, in considerazione del lustro di attesa: saranno, infatti, 68 i soci premiati con medaglia personalizzata per i 50 anni di fedeltà alla Banca e ben 568 quelli a cui andrà la medaglia del 25° anno di iscrizione alla compagine sociale. Una Festa che coinvolge l’intero territorio di riferimento della Banca del Piceno, che si estende da Civitanova Marche a Giulianova, con il cuore pulsante nei territori di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto e Fermo, entroterra compreso. Un grande lavoro dietro le quinte, quello svolto dalla struttura della Banca del Piceno su input della governance, che dedica l’appuntamento al valore più importante per la Banca, vale a dire i soci e coloro che dialogano di continuo con l’istituto di credito la cui tradizione è certificata da 125 anni di storia.
Tanti i momenti particolari da vivere tutti d’un fiato, in un anno in cui la Banca del Piceno (per la prima volta nella sua storia) ha superato la soglia dei seimila soci consolidando di fatto la leadership tra le Banche di credito cooperativo di Marche, Abruzzo e Molise. La giornata del 22 ottobre si annuncia densa di emozioni. La Festa del Socio avrà inizio alle ore 10 e sarà preceduta dall’esibizione del Corpo bandistico Città di Castignano, che nella stessa giornata festeggia i 200 anni dalla costituzione. Sul tavolo dei relatori della sala meeting del Casale si susseguiranno gli interventi del presidente Alfio Bagalini, del vice presidente vicario Claudio Censori, dell’ospite d’onore, ovvero il direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti. Gli interventi saranno coordinati dal giornalista Maurizio Socci, caporedattore centrale dell’emittente televisiva éTv. Sono state invitate le massime autorità civili, politiche e religiose della provincia.
Tema centrale degli interventi: il ruolo della Banca del Piceno a beneficio del territorio, delle famiglie, delle imprese e del lavoro, con un occhio di riguardo alla storia e all’importanza del credito cooperativo per affrontare e vincere le nuove sfide date ai continui mutamenti economici. Ovviamente al centro del dibattito sarà posto anche il ruolo del socio, che assume un valore determinante specie negli istituti di credito cooperativo. Una targa ricordo verrà consegnata al Corpo bandistico Città di Castignano per i due secoli di vita. E poi si passerà alla cerimonia di premiazione dei soci storici con 50 e 25 anni di anzianità. A ciascuno di loro verrà consegnata una medaglia a ricordo del traguardo raggiunto che non è da considerarsi come un punto di arrivo, bensì come momento per affrontare con maggiore energia le nuove sfide e i nuovi impegni al fianco della Banca del Piceno.
SERGIO GATTI
Direttore Generale Federcasse
Ospite della Banca del Piceno
alla Festa del Socio 2023.
Sergio Gatti è il Direttore Generale di Federcasse dal novembre 2009. Ha conseguito una laurea in Scienze Politiche presso l'Università di Roma "La Sapienza" con una specializzazione in Relazioni Internazionali. In seguito, ha completato un Master in Comunicazione presso l'Università di Firenze. Da quando è entrato nel mondo del Credito Cooperativo nel 1986, ha ricoperto diverse posizioni di rilievo.
È stato responsabile dell'Area Comunicazione di Federcasse dal 1999 al 2008 e Vice Direttore Generale nel 2008. È anche Direttore del Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti del Credito Cooperativo e Presidente della casa editrice Ecra. Ha contribuito alla scrittura e alla cura di numerose pubblicazioni relative alla mutualità bancaria.
È Consigliere di Amministrazione in diverse società ed enti del Movimento cooperativo e del sistema BCC. È componente del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici.
"Parlando del presente e, soprattutto, del futuro delle Banche di Credito Cooperativo (BCC), è fondamentale comprendere appieno il loro ruolo attuale e il potenziale che hanno ancora da esprimere” - è il pensiero di Sergio Gatti - “l'esercizio della cooperazione, che consiste nell'unire le forze e i risparmi per raggiungere obiettivi comuni, si è dimostrato un potente strumento di crescita inclusiva e partecipata per il nostro Paese. E nel futuro, potrà essere ancora più efficace ed efficiente”.
“Coraggio e fantasia”, questo è un richiamo a trasformare l'ideale e la pratica cooperativa in qualcosa di nuovo, originale e in grado di rispondere alle esigenze di un mondo che cambia rapidamente.
Dovremmo essere in grado di leggere i "segni dei tempi", per citare un grande Papa. Il futuro delle BCC è promettente se riusciremo a evolverci in modo innovativo e adattarci alle sfide del mondo in continua trasformazione."
INTERVISTA
a Saturnino Loggi
Il professore Saturnino Loggi, da sempre apprezzato e stimato storico locale, laureato in pedagogia, maestro elementare, autore di numerose pubblicazioni di storia locale, per ben quarant’anni è stato tra i maggiori protagonisti della vita politica locale e culturale di Monteprandone. Fondatore dell’Associazione Pro Loco di Monteprandone, consigliere comunale, Vice- Sindaco dal 1970 al 1975.
Un cursus honorum che ha messo a disposizione dell’allora Cassa Rurale e Artigiana di Acquaviva Picena e Monteprandone divenendone socio dal 1969 e ricoprendone l’incarico di Vice Presidente dal 1980 al 1987.
D) A proposito di storia, Professore, sua madre Ada Merlini, è stata tra i primi soci fondatori?
R) Si. Il suo nome è nell’elenco dei soci fondatori della Cassa Rurale di Prestiti San Giacomo della Marca, redatto dallo stesso Don Giuseppe Caselli anch’egli fondatore della stessa, primo cassiere e primo direttore.
D) La prima fusione avvenne con la consorella di Acquaviva Picena: come fu vissuta?
R) Indubbiamente fu avvenimento che generò dibattito e vivacità. Fu un’operazione complicata. Forti e stringenti furono le direttive a sostegno della fusione provenienti dalla Banca Italia che mirava ad accorpare laddove le condizioni territoriali lo permettevano, anche perché Centobuchi era in piena fase di espansione industriale e nuovi opifici produttivi sorgevano settimana dopo settimana: oggi è tra i poli produttivi più importanti della Provincia di Ascoli Piceno.
D) Dunque, l’apertura della filiale di Centobuchi intercetta la favorevole congiuntura economica di quel momento divenendone punto di riferimento per lo sviluppo socio-economico del territorio?
R) La nascita di un agglomerato produttivo come quello di Centobuchi, in cui la Cassa per il Mezzogiorno ebbe un ruolo propulsivo, ha posto l’allora Cassa Rurale ed Artigiana dinanzi ad un orizzonte nuovo e dinamico: l’attività bancaria del locale istituto diventava a tutti gli effetti un autorevole e imprescindibile punto di riferimento per le molteplici realtà produttive nascenti alcune della quali oggi hanno rilevanza nazionale e internazionale.
D) Nonostante il vento del progresso economico avanzasse a gonfie vele, le nuove sfide finanziarie incalzavano: la Cassa Rurale riuscì a preservare la sua ratio fondativa?
R) Si. Il fare banca aveva sempre al centro la priorità di fornire risposte alle esigenze e alle necessità che si prospettavano e si concretizzavano sia nel sostegno alle famiglie, sia nel finanziamento al piccolo, medio e grande imprenditore. La mission era quella di essere concretamente vicino alla base che quotidianamente lavorava per il progresso socio-economico della propria realtà e di conseguenza dell’intero territorio. In questa azione così decisa e determinata altrettanto forte e convinto è stato il lavoro svolto all’interno del Consiglio di Amministrazione dal consigliere monteprandonese Francesco Romandini che mi ha preceduto nell’incarico di Vice Presidente e a cui esprimo sincera gratitudine.
D) Il centro storico di Monteprandone che supporto ha avuto dall’azione di vicinanza dell’allora Cassa Rurale e Artigiana di Acquaviva Picena e Monteprandone?
R) Forte impulso ai settori del turismo, della cultura, sostenendo le innumerevoli iniziative di promozione turistica e culturale del territorio che nell’Associazione Pro Loco avevano l’input propulsivo grazie alla disponibilità di volontari appassionati per il paese. Iniziative che hanno segnato la storia del paese: le estemporanee di pittura con artisti provenienti da tutta Italia, la storica sagra delle olive fritte giunta alla sua 48° edizione ed altre ancora. In ambito culturale: il restauro del portone della chiesa parrocchiale, del quadro della Madonna delle Grazie in terracotta policroma di scuola fiorentina posta all’interno della medesima cappella della chiesa del Santuario della Madonna delle Grazie e San Giacomo della Marca. Anche il mondo della scuola locale ebbe l’attenzione della Cassa Rurale ed Artigiana: fu stata allestita la sala computer e sostenuto la creazione di biblioteche di classe con l’acquisto di volumi utili all’attività didattica. Non è mancato inoltre il sostegno alle attività sociali della Parrocchia S. Nicolò alla quale fu donato un pulmino al fine favorire la partecipazione dei ragazzi alle attività formative e ludiche. Non è mai venuta meno l’attenzione al mondo locale dell’artigianato che da sempre ha rappresentato l’interfaccia dell’attività bancaria in quanto tale unitamente al mondo del commercio al dettaglio presente con realtà produttive nel centro storico.
D) Oggi a seguito delle fusioni avvenute nel corso degli anni siamo dinanzi ad una realtà bancaria di notevole interesse e rilevanza denominata Banca del Piceno- Credito Cooperativo. Come vede questa nuova realtà?
R) Credo che l’empatia con il territorio sia la “conditio sine qua non” dell’essere credito cooperativo. Ritengo, quindi, che non solo debba essere recuperata ma incentivata, sostenuta, promossa con apposite iniziative, quindi, con azioni concrete e tangibili, appunto, la vicinanza al territorio. La Banca, questa banca, deve essere non solo percepita ma sentita come parte integrante e sostanziale del territorio in cui il socio, la famiglia, il tessuto produttivo nella sua totalità abbiano un punto di riferimento certo e imprescindibile per lo sviluppo socio-economico e culturale. Ma tutto questo sarà possibile solo se si avrà la capacità di tradurre in numeri nel bilancio i principi del credito cooperativo in cui la dottrina sociale della Chiesa ha un’importanza che va sempre considerata.
Grazie di avermi ospitato e buon lavoro.
SAN GIACOMO DELLA MARCA,
Monteprandone
Correva l’anno 1904 quando alle ore 14 e un quarto del giorno 8 febbraio, nel locale attiguo alla sagrestia della chiesa collegiata S. Nicolò di Monteprandone, si diede corso ai lavori della prima seduta dei soci fondatori della Cassa Rurale dei prestiti San Giacomo della Marca di Monteprandone.
Tutto ciò avvenne per iniziativa dell’allora Preposto Parroco Don Giuseppe Caselli insieme ad altri soci promotori.
L’obiettivo principale era quello di concedere prestiti soprattutto agli agricoltori in difficoltà. Don Giuseppe Caselli, insignito poi del titolo di monsignore, per i suoi meriti pastorali, culturali e sociali, nella fase inziale della locale attività bancaria ebbe un ruolo fondamentale.
Il primo cassiere della Cassa rurale dei prestiti San Giacomo della Marca fu proprio Don Giuseppe Caselli, nato a San Benedetto del Tronto nel 1887, protagonista indiscusso della vita ecclesiale, sociale, culturale e politica della prima metà del Novecento monteprandonese.
Divenne poi direttore della locale Cassa Rurale: nel 1929 in piena crisi economico-finanziaria mondiale grazie alle sue doti di accuratezza, oculatezza e lungimiranza seppe traghettare nel migliore dei modi il locale istituto di credito preservandolo dalle difficoltà della storica tempesta finanziaria che mise in ginocchio il mondo con ripercussioni negative in ogni settore produttivo.
Nel suo agire Don Giuseppe Caselli sin dai suoi primi anni di attività all’interno dello istituto bancario, operò sempre affinché fosse una realtà di concreto supporto allo sviluppo socio-economico del territorio.
La prima sede della Cassa Rurale dei prestiti San Giacomo della Marca fu un locale in via Corso, nel centro storico di Monteprandone, di proprietà della famiglia Rossi Raniero, poi, sempre in via Corso in un locale di Cleto Rossi, oggi sede del laboratorio di arte contemporanea “Officina San Giacomo”, a seguire in piazza dell’Aquila, successivamente si trasferì nel locale dove oggi ha sede bar Caffè del Borgo per poi trasferirsi definitivamente nell’attuale sede di via Borgo da mare n. 22.
1904-2023 significano 120 anni di presenza e di attività della storica filiale della Cassa dei prestiti San Giacomo della Marca di Monteprandone.
PREMI DI STUDIO
ECCO LE ECCELLENZE DEL TERRITORIO
Diplomati e laureati con il massimo dei voti,
sostegno della Banca del Piceno
Lacrime agli occhi, strette di mano, applausi ricevuti: una giornata da ricordare a culmine di un percorso scolastico da primi della classe. Perché sui banchi di scuola non ci si inventa nulla. Servono studio, sacrifici, passione per conseguire col massimo dei voti il “pezzo di carta”, qualsiasi esso sia. Che poi il momento dei festeggiamenti altro non è che un punto di partenza, verso nuovi traguardi scolastici o, se si è arrivati, per entrare nel mondo del lavoro. E allora è forte l’emozione che accompagna ogni anno la consegna dei Premi di studio promossi dalla Banca del Piceno.
Nel 2022 fu Enrico Bracalente, fondatore e amministratore unico del brand NeroGiardini, ad incantare i giovani premiati con la Borsa di studio della Banca del Piceno, nell’ambito di un’indimenticabile cerimonia svoltasi nella sala polivalente a Castignano. Quest’anno si raddoppia e saranno due gli ospiti della premiazione: Simone Mariani, ceo di Sabelli Spa, e Gianni Schiuma, eclettico dj e performer che in 40 anni di carriera ha saputo dialogare con tre generazioni di ragazzi. La manifestazione si svolgerà domenica 22 ottobre (a partire dalle ore 15), nella sala meeting dell’Hotel Casale a Colli del Tronto, e farà seguito alla Festa del Socio. Una giornata intensa dai ritmi sostenuti. Saranno ben XX i giovani (soci o figli di soci che hanno conseguito il titolo di studio nel corso del 2022) a cui la governance della Banca del Piceno consegnerà i Premi di studio in base al bando che si è chiuso il 30 settembre appena trascorso. Sette le categorie premiate: scuola secondaria di primo grado; diploma di scuola professionale triennale e quadriennale; diploma di scuola secondaria di secondo grado quinquennale; laurea di primo livello triennale; laurea specialistica magistrale; laurea a ciclo unico; dottorato. Come sempre, è richiesto il massimo dei voti.
“L’istruzione dei giovani – sottolinea il Consiglio d’amministrazione – è il futuro del territorio. Incoraggiarla e sostenerla è uno dei valori fondanti della Banca del Piceno e uno dei nostri primari impegni per la comunità. Riproponendo I premi di studio vogliamo continuare a valorizzare i giovani talenti e le eccellenze del nostro territorio, supportando la loro crescita, l’avvio di una professione e l’ingresso nel mondo del lavoro”.
La consegna dei Premi di studio 2023 avrà inizio (alle ore 15) proprio con l’intervento di Simone Mariani il quale, intervistato dal giornalista Maurizio Socci (caporedattore di éTv), racconterà la straordinaria storia secolare della Sabelli, colosso nazionale nel mercato dei formaggi freschi, passando per la sua carriera di imprenditore di successo, componente della terza generazione della famiglia da sempre alla guida dell’azienda ascolana. Seguirà la premiazione dei ragazzi, le foto di rito: momenti speciali condivisi con i familiari a testimonianza di una giornata da ricordare.
Alle 17 sarà invece la volta di Gianni Schiuma: il celebre performer sarà protagonista dello show musicale con i brani storici degli anni Ottanta e Novanta. Due ore di note e balli, a conclusione del Banca del Piceno day ideato per trasmettere valori e consolidare il cammino verso il futuro.
SIMONE MARIANI
Amministratore delegato Sabelli SpA
Classe 1977, dopo la maturità classica Simone avvia gli studi in Economia Aziendale. Si laurea nell’anno accademico 2001/2002 presso l’Università Bocconi a Milano. Durante il percorso universitario arricchisce la sua formazione con alcune esperienze di studio all'estero presso la University of California San Diego (UCSD) negli Stati Uniti e più tardi presso l'Universidad de Belgrano di Buenos Aires, in Argentina.
Dopo la laurea, nel 2003, decide di frequentare il Master in Corporate Strategy, presso la SDA Bocconi.
Terminati gli studi, entra quindi nel gruppo Sabelli, azienda del settore caseario e fondata nel 1921 dal nonno Archimede, dapprima come Amministratore di Sabelli Distribuzione S.r.l. e quindi, dal 2007, come Amministratore Delegato di Sabelli S.p.A. Nel 2016 assume pari ruolo in Ekolat (Slovenia) e in Trevisanlat Spa così come nel 2018 in Caseificio Val d’Aveto srl.
Accanto all’esperienza industriale, Simone intraprende una carriera nell’ambito associativo, dapprima all'interno del Sistema Confindustria dove ricopre diversi incarichi: nel movimento Giovani Imprenditori diventa Presidente provinciale nel 2005, poi Regionale ed Interregionale del Centro (Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo) nel 2009. Nel 2011 viene eletto Vice Presidente Nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria nazionale.
Nel 2015 viene eletto all’unanimità presidente di Confindustria Ascoli Piceno e due anni dopo di Confindustria Centro Adriatico di Ascoli Piceno e Fermo.
Dal 2019 invece è presidente di LINFA, società speciale della Camera di Commercio delle Marche per il settore agro-alimentare.
Il suo percorso di crescita è uno dei fattori determinanti del costante sviluppo del Gruppo Sabelli che ha negli anni effettuato importanti acquisizioni, rendendola oggi uno dei principali player del settore con oltre 600 collaboratori e un fatturato complessivo che nel 2023 supererà i 300 milioni di euro.
Nel 2021 Sabelli ha festeggiato il centenario dalla sua nascita, lo stesso anno in cui Simone è stato investito del titolo “Marchigiano dell’anno”. Presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, gli è stato conferito il XXXV premio istituzionale “Picus del Ver Sacrum” ovvero il riconoscimento che il Centro Studi Marche attribuisce a quei marchigiani che si sono distinti in diversi ambiti della comunità regionale, dall’arte alla medicina, dal giornalismo fino, appunto, al mondo economico.
Un dinamismo imprenditoriale che non si esaurisce alle cariche in Sabelli, considerando gli impegni in altri settori di business. Nel 2020 ha dato avvio ad una start-up nel settore automotive, Mariani Motors, uno showroom di compravendita di auto e moto d’epoca che parallelamente realizza progetti di restauro e innovazioni tecnologiche in ambito meccanico.
Dal 2015, invece, insieme alla moglie Eleonora Boccalatte, ha rivitalizzato la storica azienda artigianale di famiglia volta alla produzione di alta gioielleria a marchio Leonori. Simone è diventato un esperto di gemmologia mentre Eleonora si è specializzata nella creatività e nel design. Insieme hanno avviato lo sviluppo del commercio internazionale attraverso la celebrazione della Bellezza e della storia italiana, partecipando alle più importanti fiere del settore dei gioielli di lusso nel mondo.
Dopo un lungo progetto di restauro, il nuovo headquarter, denominato Casa Leonori, si trova in un prestigioso palazzo storico nel centro di Ascoli Piceno e sarà inaugurato nel 2024.
L’attenzione per la sostenibilità ambientale e sociale che da sempre contraddistingue l’agire di Simone, si riscontra anche nella scelta di investire insieme ai suoi familiari nella ricostruzione e rilancio della azienda agricola e zootecnica a Rotella.
La Società Agricola Rotella, è divenuto un allevamento 4.0, un progetto di avanguardia tecnologica a livello nazionale che garantisce il benessere degli animali e la tutela del territorio che li ospita.
GIANNI SCHIUMA
Il dj icona della disco music
Quarant’anni di carriera per il performer
che chiuderà l’evento dei Premi di studio
Giovanni D’Angelo, in arte Gianni Schiuma, è nato a Sambuco di Castel di Lama ed è titolare dello storico ristorante cocktail bar dj-set Viniles sul lungomare di San Benedetto del Tronto. Per tutti è il Re della movida. Ha sempre voluto fare il cantante, fin da bambino. Ha scritto canzoni di vario tipo, la vita gli ha riservato la felicità di essere se stesso facendo il perfomer, il vocalist, il DJ, l’artista, l’imprenditore, il marito e il papà. Molto conosciuto nel versante orientale del centro Italia, si calcola che, nel tempo, più di tre milioni di giovani abbiano partecipato alle sue serate. Da quattro decenni riempie i locali delle discoteche del suo territorio (da Ancona a Pescara), diffondendo il verbo dell’amicizia. Le più grandi discoteche della costa adriatica sono state animate in quarant’anni di carriera da Gianni Schiuma, amato dai giovani proprio per i suoi messaggi positivi incentrati sul sano divertimento senza eccessi. Ha vissuto l’evoluzione dei costumi, dal vinile al digitale, protagonista in positivo di tanti aneddoti. In ogni sua performance, racconta i cambiamenti del costume delle varie epoche. Lo fa sempre con garbo e ironia, lasciando alla platea, come ha sempre fatto, un messaggio positivo, un invito a lasciarsi andare ma non per strafare, a distrarsi restando in equilibrio tra il dire, l’agire e l’essere.
Gianni Schiuma è stato Giovanni D’Angelo prima che il rogo dello stadio Ballarin, il 7 giugno 1981, gli producesse gravissime ustioni e rivoluzionasse il suo modo di guardare il mondo. Prima che gli cambiasse, e non fu un caso, anche il nome. “Io nasco Giovanni D’Angelo – racconta – e sono diventato Gianni Schiuma dopo il tragico evento del Ballarin, ferita ancora aperta della mia giovinezza: avevo 19 anni. Quel giorno, il 7 giugno, la Samb festeggiava la Serie B. Si usavano i fumogeni e la carta per fare festa. Nessuno si accorse di quel che stava accadendo, le fiamme erano rarefatte. Preso dal panico tentai di scavalcare il filo spinato, ma svenni. La mia pelle era completamente bruciata, rimasi 90 giorni all’ospedale. In reparto sembrava di essere usciti dalla guerra: persone fasciate, i lamenti delle due ragazze che persero la vita poco dopo. Per due anni non ho potuto prendere il sole, uscivo alle otto di sera, ero un vampiro. Andai a Londra per fare il cameriere. C’era un giornale, Frigidaire, su quale disegnava Andrea Pazienza, artista di San Benedetto. Una rubrica si intitolava Schiuma ed era dedicata ai lettori: mandai alla redazione la foto post-Ballarin, con la mia pelle bruciata e raccontai questa storia. Il tutto fu pubblicato e quando gli amici lessero l’articolo mi dissero: tu da questo momento sarai Gianni Schiuma”.
ECCELLENZE
La Banda di Castignano
due secoli di tradizione
Intervista al Presidente della Banda,
Luigi Tomassini
Una storia lunga due secoli. La banda musicale ‘Città di Castignano’ celebra il proprio bicentenario, a duecento anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1823. “Una data importante -spiega il presidente Luigi Tomassini- certificata anche dal documento che abbiamo ritrovato ad Acquasanta Terme”. Infatti, dalle ricerche storiche, il più antico documento cartaceo rinvenuto è oggi conservato all’archivio parrocchiale di Acquasanta, nel ‘Registro De’ Confratelli e Consorelle della Madonna della Misericordia’, dove è espressamente indicato che nel 1823 per la ‘Festa della Madonna della Misericordia’ fu chiamata a prestare servizio proprio la Banda di Castignano. Sulla base di questo antico documento, però, non si può escludere che la fondazione del gruppo possa essere avvenuta qualche anno prima.
La banda, a Castignano, è diventata un punto di riferimento per tutti, anche per molti giovani. Anzi, la presenza di adolescenti e, al tempo stesso, di ultraottantenni all’interno del gruppo rappresenta una risorsa e un valore aggiunto dato dallo scambio di idee, pensieri e insegnamenti. E’ composta complessivamente da 40 elementi, con una trentina che sono sempre disponibili.
Il Comune di Castignano, fra l’altro, in collaborazione con la Banca del Piceno e la Regione Marche, investe anche nel progetto di avvicinare sempre più giovani alla musica, finanziando corsi di orientamento musicale gratuiti per chiunque ne faccia richiesta e che rappresentano ad oggi una tradizione.
Dopo un percorso di studi di durata triennale, il corso dà la possibilità all’allievo di entrare a far parte del corpo bandistico e partecipare intensamente alle varie attività. Nel corso degli anni, poi, i vari maestri che si sono succeduti hanno dato sempre una loro impronta positiva e l’attuale maestro Giuseppe Boccucci non si è risparmiato come i suoi predecessori, portando la banda ad esibirsi perfino nell’Aula Nervi, in Vaticano, al cospetto di Papa Benedetto XVI.
“Il maestro Boccucci- afferma Luigi Tomassini- rappresenta una figura fondamentale per la nostra banda. Per noi è anche un direttore artistico oltre che una guida importante per tutto il nostro movimento. E’ lui a trovare le musiche da abbinare agli eventi. A settembre, infatti abbiamo tenuto un concerto suddiviso in due tempi. Il primo prettamente bandistico, il secondo basato principalmente su musica pop e folk proprio per fare partecipare la gente all’evento”.
Per festeggiare il bicentenario numerosi sono stati gli eventi organizzati e messi in scena dalla Banda Musicale di Castignano. “Per festeggiare i 200 anni -è sempre il presidente Tomassini che parla- abbiamo realizzato diverse manifestazioni. Il 13 maggio abbiamo invitato la Banda della Nato di Pozzuoli mettendo in scena un concerto che ha riscosso un grande successo. A fine giugno ecco quello con un’orchestra sinfonica di ragazzi nella chiesa del Paese. Senza dimenticare la kermesse musicale con il Sestetto di ottoni per la Festa di S.Pietro. Abbiamo poi stretto un gemellaggio con la banda di Baia Latina in provincia di Latina. Per il mese di dicembre, in occasione dei mercatini di Natale organizziamo un concerto con la Picus Junior Band formata da ragazzi che aderiscono all’Anbima, l’Associazione Nazionale della Bande Italiane Musicali Autonome”.
Per la realizzazione degli eventi e per lo sviluppo della Banda Musicale di Castignano, fondamentale è stato l’apporto della Banca del Piceno. “Il suo sostegno -dice Tomassini - è determinante per la perfetta realizzazione degli eventi. Con il suo contributo riusciamo a fare girare tutto nel miglior modo possibile. Organizziamo eventi senza scopo di lucro, non stacchiamo biglietti. E non è facile. Gli sponsor sono fondamentali per il futuro della nostra banda. Anche perché in base al sostegno ricevuto riusciamo sempre a creare ottimi programmi. Non possiamo fare altro che dire grazie”.
MICAM MILANO
Ottimo bilancio per le aziende picene e fermane
Micam Milano, Mipel, The One Milano e Homi Fashion&Jewels: 42.273 visitatori totali (+21%)
Un bilancio positivo, caratterizzato da un incremento del numero de visitatori, è stato registrato dalle manifestazioni fieristiche dedicate alla moda e all’accessorio che si sono svolte in questi giorni a fieramilano (Rho) e che hanno fatto registrare la partecipazione particolarmente numerose delle aziende del distretto fermano – maceratese. MICAM Milano, MIPEL, The One Milano e HOMI Fashion&Jewels Exhibition, sono state visitate da 42.273 operatori professionali (+21% sull’edizione settembre 2022) provenienti da 129 Paesi.
I saloni hanno intercettato soprattutto il forte dinamismo dei buyer esteri, testimoniando l’importanza dell’export per il consolidamento della ripresa dei comparti rappresentati. I dati conclusivi delle manifestazioni evidenziano un ottimo andamento dei visitatori provenienti da Spagna, Francia e Germania; sul fronte extra UE grande ritorno della Cina e conferme dal Giappone, dal Nord America con Canada e USA. Ben 2000 i brand che hanno presentato le loro collezioni per la prossima stagione caratterizzate da alto impegno nella ricerca e innovazione, qualità e una forte propensione alla sostenibilità. I giovani, linfa vitale per settori in continua evoluzione, sono stati ancora una volta protagonisti di tutte le manifestazioni grazie a iniziative e aree speciali dedicate. Estro, talento, ricerca nei materiali e nelle tecnologie produttive, ma anche attenzione al mondo della moda che cambia, hanno caratterizzato le creazioni dei nuovi designer. Non sono mancate anche occasioni di incontro e di confronto sugli argomenti più interessanti per il settore, dalla sostenibilità all’intelligenza artificiale, dalle nuove tecniche produttive al futuro del retail.
Archiviate le fiere milanesi del sistema moda gli operatori del settore però sono alle prese con le previsioni del comparto che non sono certamente rosee. Si chiude in positivo, ma con più di un’ombra sull’evoluzione futura, il primo semestre del 2023 per il comparto calzaturiero italiano, con una crescita del fatturato (+7,4%) e dell’export (+10,2% in valore nei primi 5 mesi). Sono però le quantità a soffrire: -6,8% quelle esportate e -5,7% quelle realizzate (secondo l’indice Istat della produzione industriale). Battuta d’arresto in maggio e giugno per gli acquisti delle famiglie, con una prima metà dell’anno su ritmi molto blandi (-1,2% in spesa e -3,4% in volume). Questa, in sintesi, la fotografia scattata dal Centro Studi Confindustria Moda divulgata al Micam, il salone internazionale della calzatura in corso a fieramilano (Rho).
Nelle Marche nel primo semestre 2023 il numero di imprese attive (tra calzaturifici e produttori di parti) ha registrato, secondo i dati di Infocamere-Movimprese, un calo di -41 aziende sullo scorso dicembre, tra industria e artigianato, accompagnato da un saldo negativo di -218 addetti. Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da INPS nella prima metà dell’anno per le imprese marchigiane della filiera pelle, si registra un calo del -59% rispetto allo stesso periodo del 2022: sono state autorizzate quasi 790mila ore, un numero inferiore del -34% anche rispetto alla situazione pre-emergenziale del 2019.
Sul fronte dell’export si registra un aumento del +13,2% in valore sul primo semestre 2022, tra calzature e componentistica (con un +9,6% sui livelli pre-pandemia di gennaio-giugno 2019). Nella prima metà del 2023 sono stati esportati beni per 711,3 milioni di euro. Le prime 5 destinazioni dell’export marchigiano, che coprono il 48% del totale, sono risultate: Germania (+1%), Francia (+22,4%), USA (-8,6%), Cina (-6,2%) e Russia (+47,8%). Rimbalzo nei flussi verso Russia e Ucraina: +47,9% rispetto ai livelli dello scorso anno, colpiti dallo scoppio della guerra.
Le Marche sono la quarta regione italiana per export calzaturiero, con una quota del 10,6% sul totale Italia.
Dopo un primo trimestre chiuso con un +20,3% su gennaio-marzo 2022, la seconda frazione ha registrato un +5,2% tendenziale.
Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici, commenta così lo scenario nazionale: “Il rallentamento ampiamente previsto si è infine palesato nel secondo trimestre dell’anno in corso. Al forte rimbalzo del 2021 registrato dopo il crollo procurato dai lockdown e al proseguimento del recupero nel corso del 2022 – pur su ritmi comprensibilmente meno sostenuti, via via che i livelli di attività si normalizzavano – ha fatto seguito, dopo un avvio 2023 ancora favorevole in gran parte delle variabili congiunturali, una marcata decelerazione. A cominciare dalle esportazioni, da sempre il volano del settore, che nel bimestre aprile-maggio hanno evidenziato, dopo gli incrementi a doppia cifra dei mesi precedenti, solo una debole tenuta in valore (+1%), accompagnata da una battuta d’arresto in volume (-14,9%). Nei primi 5 mesi registrano incrementi in valore tutte le principali destinazioni dell’export, ad eccezione della Svizzera – tradizionale hub logistico, in sensibile arretramento dovuto verosimilmente a diverse strategie di distribuzione adottate dalle griffe, senza transito nei depositi elvetici – che segna un -13,6% (con un -29% nelle paia), del Regno Unito (-2,6%) e del Canada (stabile, -0,5%, ma in forte calo in quantità)”.
Sempre a livello nazionale, indicazioni sinora decisamente premianti, malgrado le recenti preoccupazioni per il rallentamento dell’economia nazionale, provengono dalla Cina (+20,4% in volume e +43,4% in valore), dove il prezzo medio, di gran lunga il più elevato tra quello dei principali mercati di sbocco della calzatura made in Italy, indica chiaramente come tali numeri siano legati soprattutto alle performance delle grandi multinazionali del lusso, in un mercato non di facile approccio per le aziende con marchio proprio.
“Si registra inoltre – continua Ceolini – sempre in ottica nazionale, un rimbalzo in Russia e Ucraina (+37% e +56% in valore rispettivamente), anche se va tenuto conto che il raffronto avviene su un periodo in cui l’inizio del conflitto aveva fatto crollare le vendite verso i due mercati coinvolti. I livelli attuali, nonostante il rimbalzo sul 2022, sono assai vicini (+1,2%) a quelli dei primi 5 mesi 2021, peraltro già molto colpiti dalla pandemia, in cui non c’era la guerra. Infine, il saldo commerciale, trainato dalle vendite estere, ha sfiorato nei primi 5 mesi i 2,5 miliardi di euro (+14,2%)”.
Sviscerando sempre nel dettaglio il report coi dati riferiti all’Italia intera, emerge che nei primi 5 mesi dell’anno l’export di calzature si è attestato a 87,9 milioni di paia, operazioni di pura commercializzazione incluse: 6,4 milioni di paia in meno rispetto al gennaio-maggio 2022 (-6,8%). Il prezzo medio al paio, salito a 62,47 euro, segna un +18,2%.
Analizzando le macroaree, sia i partner dell’UE, cui sono dirette 2 scarpe su 3 vendute oltreconfine, che le destinazioni extra-UE evidenziano una crescita in valore e un calo nelle quantità; quelli intra-UE, però, presentano andamenti migliori (-4,5% in volume e +14% in valore) rispetto agli sbocchi più lontani (-10,9% e +7% rispettivamente nel complesso). Nell’ambito dei mercati comunitari, oltre alla Francia – che occupa saldamente il primo posto nella graduatoria generale dell’export, sia in quantità che in valore, e che registra un +19,6% in valore e un -2,9% in volume – tra le principali destinazioni figurano la Germania (quarta, ma seconda per volumi, che cresce del +8,4% in valore ma con un -15,5% nelle quantità), la Spagna e i Paesi Bassi (con crescite interessanti sia in volume che in valore), il Belgio (con aumenti modesti) e la Polonia (+10,2% in valore ma -5,2% in quantità).
Frena il Nord America: malgrado la sostanziale tenuta in valore, USA e Canada evidenziano contrazioni superiori al -20% nelle paia. Trend penalizzante anche nel Regno Unito (-2,6% in valore, con -13,8% in quantità), già in difficoltà sia nel 2021 che nel 2022. Performance incoraggianti, invece, nel Far East, cresciuto globalmente del +29,4% in valore e del +7,1% in quantità. Evoluzione favorevole negli Emirati Arabi (+37,7% in valore) e in Turchia (che registra incrementi superiori all’80% sia in volume che valore, nonostante la svalutazione della lira).
Il dettaglio per tipologia merceologica mostra andamenti disomogenei in valore e cali generalizzati in volume, con l’eccezione delle pantofole (che, al contrario, crescono in volume ma flettono in valore). Il comparto delle calzature con tomaio in pelle – primo per importanza con un’incidenza del 63% sulle vendite estere in valore – presenta un aumento prossimo al +13% (con un -5,3% nelle paia a confronto con gennaio-maggio 2022 e un -15,2% sui livelli pre-Covid del 2019).
Sul fronte dei consumi interni, secondo il Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca per Assocalzaturifici, dopo un avvio d’anno all’insegna del recupero i tre mesi successivi hanno visto una netta riduzione degli acquisti di calzature da parte delle famiglie italiane, con flessioni particolarmente significative in maggio e giugno. Complessivamente la seconda frazione dell’anno ha registrato cali del -9,8% in termini di paia e del -7,9% in valore, annullando i progressi dei mesi precedenti e portando in terreno negativo il cumulato dei primi 6 mesi.
In merito alla demografia delle imprese, l’onda lunga dell’eccezionale crisi innescata dalla pandemia ha portato in Italia ad un saldo negativo di -122 realtà calzaturiere, tra industria e artigianato, nei primi 6 mesi dell’anno (pari al -3,2% rispetto a fine dicembre, secondo i dati diffusi da Infocamere-Movimprese) dopo il pesante arretramento rilevato a consuntivo 2022. Per quanto riguarda il numero degli addetti, è proseguito il positivo rimbalzo innescatosi lo scorso anno: a fine giugno si contavano 73.665 addetti (il +1,8% rispetto a dicembre). Il divario con il consuntivo 2019 è però ancora di oltre 1.200 unità.
Nei primi 6 mesi del 2023 sono state autorizzate da INPS per le aziende della Filiera Pelle 7,5 milioni di ore di cassa integrazione guadagni, in flessione del -5,6% rispetto alla prima metà dello scorso anno, ma il balzo delle ore nel secondo trimestre (+44%) – assieme al peggioramento del quadro economico generale – preannunciano nuove tensioni.
Attese molto caute, infine, per la seconda parte dell’anno, stante il clima di incertezza generale e la debolezza di molte economie mondiali. Gli operatori del campione si attendono in media nel terzo trimestre un fatturato in calo sull’analogo periodo dell’anno precedente (-2,8%), per la prima volta dopo la ripartenza post-pandemia.
BREVI DAL TERRITORIO
LA BANCA DEL PICENO
per il benessere del territorio
Nel contesto di una Beauty Business Conference, evento mirato a creare una rete solidale tra professioniste del settore e appassionate clienti, la Banca del Piceno emerge come un solido pilastro di supporto alla comunità e al territorio. La missione di questa conferenza è quello di promuovere il benessere personale, con un particolare focus sulla psicologia come strumento fondamentale per raggiungere il proprio equilibrio.
Nel corso dell'evento, sono stati affrontati temi di grande rilevanza, come la neuroestetica e la psicoestetica, mettendo in evidenza i cambiamenti significativi nel mondo della bellezza e del benessere. La ricerca di un equilibrio psicologico, insieme alla cura del proprio aspetto, ha assunto un ruolo centrale nell'approccio a una vita sana e soddisfacente.
La realizzazione dell’evento è stata resa possibile anche dal significativo sostegno della Banca del Piceno, da sempre radicata nella comunità locale, si è dimostrata un partner ideale per questa conferenza dedicata al benessere personale. In un mondo in continua evoluzione, dove la bellezza e il benessere si intrecciano con la psicologia, la Banca del Piceno dimostra il suo impegno a sostenere non solo gli aspetti finanziari, ma anche quelli sociali e culturali del territorio.
SALUTE E TERRITORIO:
Banca del Piceno sostiene la Croce Verde di Villa Rosa di Martinsicuro
La Croce Verde di Villa Rosa rappresenta una colonna portante per la sicurezza e il benessere della comunità locale. In questa missione vitale, ha trovato un prezioso alleato nella Banca del Piceno, una banca locale profondamente impegnata a sostenere il territorio e le sue iniziative.
La Croce Verde è il faro di speranza in situazioni di emergenza e il baluardo della salute in tempi di necessità. La sua opera è finalizzata a fornire pronto soccorso, trasporti medici e assistenza fondamentale nei momenti di crisi. Questa organizzazione è il cuore pulsante della comunità di Villa Rosa e delle zone circostanti.
La collaborazione tra la Banca del Piceno e la Croce Verde di Villa Rosa è un modello di come il settore bancario possa svolgere un ruolo attivo nella promozione del territorio e del suo sviluppo. Dimostra che una banca può essere più di una semplice istituzione finanziaria; può essere un partner affidabile e solidale che si impegna concretamente per il bene della comunità.
LA BANCA DEL PICENO:
Un Partner affidabile per la Lega Navale
di San Benedetto del Tronto
La Lega Navale di San Benedetto del Tronto, una realtà ancorata alle tradizioni marittime e alla passione per il mare, ha trovato in un partner locale prezioso il sostegno necessario per perseguire la sua missione e promuovere il benessere del territorio circostante. La Banca del Piceno, da sempre impegnata a sostenere le iniziative che valorizzano la comunità e il patrimonio naturale, ha dimostrato di essere un alleato affidabile per questa organizzazione.
La Lega Navale rappresenta un punto di riferimento per gli amanti del mare e delle attività nautiche nella pittoresca San Benedetto del Tronto. La sua missione non è solo quella di promuovere lo sviluppo delle competenze nautiche, ma anche di sensibilizzare la comunità sulla bellezza, l'importanza e la salvaguardia del nostro ambiente marino. In questo contesto, la Banca del Piceno è emersa come un sostenitore attivo e appassionato.
La collaborazione tra la Lega Navale e la Banca del Piceno è molto più di una semplice partnership finanziaria. Si tratta di un impegno condiviso a favore della comunità e dell'ambiente marino. La Banca del Piceno ha fornito supporto finanziario per la realizzazione delle loro attività che promuovono la conoscenza e la conservazione del nostro prezioso mare Adriatico.